Cesare Battaglini, il più grande Lambrettista al mondo.
Scritto da Guglielmo Guidi. “Il primo incontro da vicino io timido ed inesperto, Tu reduce da ben 2 altri raid e pronto a partire per il viaggio del mondo assieme alla tedesca Felicitas e alla olandese Rita. Luogo: via Ugo Bassi 31 a Bologna, sede della concessionaria Lambretta CISA, interamente paralizzata per vedere il giovane Bolognese Cesare Battaglini partire con due Lambrette 150D e le giovani centaure per il giro intorno al MONDO. Ho avuto poi la fortuna di scortarti con la mia Lambretta al ritorno del tuo meraviglioso giro del mondo, da Castiglione delle Stiviere a Bologna, dopo che avevi ricevuto i meritati onori alla Innocenti a Milano. Nel 1960 di nuovo assieme per vari raduni, compreso il 2° Rally Internazionale di BRUXELLES. Verso la fine dello stesso anno e precisamente l’8 dicembre 1960 (perdonatemi se il giorno non fosse esatto, i neuroni sono quel che sono) nel firmamento del Lambretta Club Bologna è nata una Stella: DIDI. La trovammo direttamente a Milano; Lei con pelliccia e colbacco molto carina, sorridente, con la classe che la distingue tuttora Ti si avvicinò e con un bacio ci spiegò chi era senza parlare. Nel 1961 tutti al tuo matrimonio con Didi a Sant’Apollinare in Classe a Ravenna e poi a Cesenatico al pranzo; che balla col Verdicchio! Qualcuno di noi voleva vendere il grattacielo di Cesenatico e tornò a Bologna in treno. Per qualche anno a seguire siamo venuti a trovarti a Cesenatico dove avevi aperto e gestivi con Didi l’hotel COSMOPOL. Ci ritrovammo ancora al Raduno di Istanbul dove seguivi per la INCOM le riprese e fungevi, viste le tue conoscenze dei posti e delle lingue, da aiuto operatore. Per alcuni anni i tuoi impegni in Hotel, la nascita di tuo figlio Augusto e il mio dedicarmi alle corse ci hanno separati, poi di nuovo a correre assieme per le strade del mondo, sempre insieme io e te, mio PRESIDENTE. Ricordo con piacere i caffé di Didi alla mattina in tenda e le maccheronate serali condite con allegria e passione per le gioie che la tua compagnia sapeva trasmettere.”